Ci dici una cosa che le persone di solito non sanno, di te, ma che ti ha influenzato in quello che sei?
Raffaello – Durante l’università per 3 anni ho diretto con un discreto successo un circolo culturale con un bar che apriva alle 11 di notte e chiudeva alle 6 del mattino: organizzavamo mostre, spettacoli di cabaret, serate di cinema, feste con DJ; era un lavoro molto duro che comunque veniva ripagato totalmente dai complimenti dei clienti, dall’attenzione delle ragazze (avevo 20 anni!), dalle feste con gli amici.
Poi la situazione cambiò: per ordinanza del comune non potevo più servire da bere oltre le 1, non si poteva più fumare all’interno, ogni volta che si formava un capannello di persone fuori della porta i vicini chiamavano la polizia che mi costringeva a chiudere la serata: gli incassi calavano e le fatture da saldare aumentavano.
Ho impiegato due anni prima di ammettere che stavo andando incontro al fallimento, che avevo bisogno di lasciarlo e scegliere se terminare l’università e affrontare una nuova carriera nell’Informatica oppure aprire un nuovo locale.
Come potete immaginare decisi di terminare i miei studi ma sicuramente l’esperienza nella gestione di una attività, la curiosità di conoscere le persone creando relazioni e sopratutto la capacità di ammettere il fallimento e cambiare sono elementi che mi hanno portato a essere quello che sono ora.
Se non fossi finito nel tuo ruolo / industria attuale, cosa ne sarebbe stato di te?
Raffaello -Probabilmente avrei fatto barista di un pub: beh in effetti il barista di un pub è un po’ coach: stabilisce un rapport con le persone, consiglia, racconta storie e sostiene (a volte proprio fisicamente) gli avventori che si siedono alla barra. Diciamo quindi che avrei fatto quello che mi piace di più nel mio lavoro semplicemente in un altro settore 🙂
Quale è la tua sfida più grande, e perché è una cosa buona per te?
Raffaello -Sono una persona molto emotiva, mi lascio travolgere facilmente perdendo lucidità. Essere un coach mi costringe e mi spinge a controllarmi continuamente, obbligandomi a distaccarmi e cambiare il punto di vista per riacquistare la razionalità. Questo, e quasi sempre mi riesce, mi fa sentire padrone di me stesso.
Che cosa ti spinge?
Raffaello -La passione nell’approfondire la conoscenza delle persone e delle loro idee. Amo connettere le persone, far nascere collaborazioni e aiutare le persone a raggiungere i loro obiettivi, perché questo mi fa crescere e affrontare nuove sfide continuamente.
Qual è il tuo risultato più grande?
Raffaello -Essere cosciente che cambiare le mie abitudini dipende unicamente da me. Ho lavorato e sto lavorando per essere un buon Coach: ho smesso di fumare perché lo giudico incoerente con la mia scelta, ho smesso di essere dipendente dal caffè decidendo io quando prenderlo e non per bisogno, ho imparato a sospendere i miei pensieri per ascoltare meglio le persone.
Il mio risultato più grande è essere consapevole che posso decidere chi essere.
L’ultimo libro che hai letto?
Raffaello -“The Leader’s Guide to Radical Management” di Steve Denning. Anche Paolo Sammicheli lo ha appena letto ma vi giuro che l’ ho scoperto solo dopo: sarà un segno del destino oppure Amazon ci consiglia gli stessi libri? 🙂
Che altra domanda pensi che dovremmo farti, e quale è la risposta?
Raffaello -“Che cos’altro oltre all’agile e al coaching ti appassiona?”
– Ho scoperto da poco la passione per il Vinile perché mi trasmette un calore che niente a che vedere con il digitale; colleziono videocassette perché reputo che alcuni film sono più belli in bassa definizione; mi piacciono gli acquari e curarli perché mi rilassa tantissimo; ho avuto da poco una stupenda bambina (beh non so se è classificabile come una semplice passione) ma mi prende ogni giorno di più!”
Chi sono le prossime persone a cui dovremmo fare queste domande e perché? (per cortesia nominane due)
Raffaello – “Donato Mangialardo perché è la persona che mi ha fatto innamorare della Product Ownership e del Product Management e Daniela Cecchinelli perché è una delle persone che più ammiro per l’energia e la passione che mette nel proprio lavoro.“